La
musica e' prigioniera dell'attrezzatura musicale. La tecnologia ha sempre
offerto alla musica nuovi mezzi ampliando così le possibilità di
espressione dell'artista e contribuendo all'evoluzione del linguaggio musicale
( ci basti pensare all'arricchimento timbrico e al perfezionamento costruttivo
degli strumenti che favorirono lo sviluppo della musica strumentale nel periodo
barocco ). Ciò che ha determinato la tecnica di costruzione dei
violini o dell'intonazione delle trombe e' una materia non diversa da quella che
oggi produce i sistemi digitali per la sintesi del suono. Se il legno,
le meccaniche, e i fili metallici rappresentavano la tecnologia dello scorso secolo,
gli oscillatori, i filtri, i microprocessori, sono la tecnologia dell'uomo del
nostro secolo, atto a esprimere se stesso con i mezzi che rappresentano la sua
evoluzione. Tutta questa materia che si propone per uno sviluppo di nuovi
mezzi musicali e' scienza e tecnologia al servizio dell'arte. Un nuovo
mondo di produzione sonora conosciuto con il nome di musica elettronica nasce
proprio grazie a questi studi circa trenta anni fa, quando l'elettronica aveva
reso disponibili nuovi mezzi e nuove tecniche.
Indubbiamente lo sviluppo di una nuova estetica musicale fu dovuto principalmente
alle pratiche elettroacustiche legate alla registrazione magnetica. I
vari procedimenti di registrazione, di montaggio, e di mixaggio furono indispensabili
per lo sviluppo dell'elettronica legata alla musica. In questi trenta
anni l'elettronica ha costruito nuovi strumenti che vengono poco utilizzati dai
musicisti a causa della scarsa informazione sui procedimenti elettroacustici unita
alla mancanza di scuole e di corsi nei conservatori.
Diventa impossibile accostarsi alla musica elettronica
senza le dovute conoscenze di acustica ed elettroacustica. Queste discipline
non sono complicate da apprendere, ma sono molti quelli che non vogliono sentir
parlare di tecnologia assumendo atteggiamenti di rifiuto, atteggiamenti che comportano
la nascita di una nuova figura: il tecnico. Questo collabora con il musicista
alla creazione della composizione occupandosi delle apparecchiature e degli strumenti
necessari alla costruzione della tessitura sonora, cercando di esaudire le richieste
del compositore. Ma come dice Rognoni (1): " il musicista sembra
ora trovarsi in condizioni simili a quelle del pittore che manipola direttamente
la materia-colore sulla tavolozza e la fissa in un'unica e definitiva rappresentazione
sulla tela.." . perché il musicista non fissa da solo il suo pensiero
sonoro ? Scopo di questo mio lavoro e' appunto quello di mostrare i mezzi
e le tecniche che hanno fatto e fanno la musica elettronica.
(1)
ROGNONI LUIGI, LA MUSICA "ELETTRONICA" E IL PROBLEMA DELLA TECNICA,
IN "AUT AUT" NO 36 PP. 450-461.
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