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PAGE Pagina. Insieme coerente di informazioni, simultaneamente visualizzato da un monitor display. L'utente ha facoltà di richiedere la PAGE che più lo interessa, selezionandola tra quelle disponibili: menu di controlli; menu di funzioni; tabella di parametri; tabella di waveforms; algoritmi di assegnazione voci; codice di tastiera alfanumerica; ecc, ecc... (v. DISPLAY, MENU, VDT).

PANEL MODE Modo operativo dei pannello di controllo di alcuni synth, la cui abilitazione si effettua di solito mediante selettore multimodo.

PAN POT ‑ PANNING POTENTIOMETER Controllo potenziometrico, adibito al bilanciamento di livello di un segnale diramato su due canali. Il pan pot trova larga applicazione specialmente nei mixers, tanto per il controllo stereofonico che per altre finalità (ramificazione dei segnale su canali ausiliari, elaboratori esterni, ecc ... ).

PARALLEL INTERFACE Sistema di trasferimento di informazionì elettriche, tramite collegamenti in parallelo. Questa tecnica risulta più vantagglosa di quella seriale, specie in merito alla velocità di trasmissione (v. anche SERIAL INTERFACE).

PARALLEL WIRES Rete di collegamenti in parallelo.

PARAMETER Parametro, grandezza variabile di una funzione. Prescindendo dal senso specifico che il termine assume in varie discipline, nell'ambito di questo linguaggio (talvolta empirico) si usa indicare come parametro qualsiasi variabile (qualitativa, qualitativa, funzionale e operativa) di un sistema di controllo e programmazione. La cosiddetta mappa dei parametri, ormai familiare a chi usi sintetizzatori digitali, consiste in un prontuario che traduce in codice numerico (quindi omogeneo) le variabili e opzioni più disparate: livello, frequenza, pendenza, decadimento, commutazione algoritmi, on/off funzioni ecc..

PART Parte, frazione organica di una composizione. Il termine è anche usato per distinguere ciascuna delle sequenze combinate in una supersequenza (v. MERGE).

PATCH Struttura modulare, risultante dal collegamento dì circuiti, sia disparati che già assembiati e predisposti in un sintetizzatore. La possibilità di controllare e programmare il patch, ossia le relazioni in‑out, costituisce uno dei maggiori pregi di un sistema di sintesi.

PATCH CORDS Insieme dei cavi occorrenti per realizzare un determinato patch (v. PATCH). Attualmente, però, i collegamenti si effettuano più spesso tramite dispositivi di commutazione e indirizzamento meccanico, elettronico, logico‑digitale, oppure
mediante tecnologia mista.

PATTERN Curva, diagramma, modello, configurazione. li termine pattern è spesso riferito ad una particolare formula ritmica, o modulativa, o sequenziale.

PCM ‑ PULSE CODE MODULATION Tecnica di sintesi, mediante la quale è possibile campionare, codificare, decodificare e riprodurre segnali acustici emessì da qualunque sorgente. Schematicamente, il processo è il seguente: un segnale analogico viene scomposto e tradotto In una sequenza di impulsi, modulati in livello secondo il profilo dinamico (waveform) dei segnale campionato. 1 treni di impulsi che ne derivano, codificati in memoria (e riconvertiti analogicamente) possono essere riemessi a velocità controllata per ottenere una gamma di intonazioni diverse, timbricamente omogenea. Il controllo della velocità di emissione per mezzo d'una tastiera consente di ottenere, come è facile immaginare, gli intervalli della scala temperata convenzionale (v. TEMPERAMENT). Grazie al PCM, A sempre più agevole disporre di collezioni di campioni timbrici già apprezzati e selezionati ad orecchio.

 
 

PD‑PHASE DISTORTION Distorsione di fase (v. PHASE). Tecnica di sintesi, assai flessibile, varata dalla Casio. Essenzialmente, tale tecnica consiste nel modulare la velocità di lettura di un semplice segnale sinusoidale impresso in una RAM, in codice digitale (v, RAM, SINE WAVE). Ad ogni diversa modalità di controllo, affidata a speciali inviluppí corrisponde un distinto anamorfismo della sinusoide originaria, con conseguente formazione più o meno enfatica di componenti armoniche, sincrone coi ciclo fondamentale, il cui periodo resta costante.

PERFORMANCE CONTROL Dispositivo che consente all'operatore l'intervento live, ossia gestuale e estemporaneo, al fine di modificare espressivamente alcuni caratteri dei suono. La transitortetà dell'intervento non altera l'impostazione dei controlli in atto, né l'assetto programmato (v. BEND, BREATH CONTROL, JOYSTYCK, PRESSURE CONTROL, RIBBON, WHEEL).

PERIODIC Periodico, ciclico, ricorrente. In senso specifico si definisce periodico un segnale caratterizzato da manifestazione dinamica ciclica, a frequenza ponderabile. La periodicità può palesarsi sensorialmente come pitch (segnali ad audiofrequenza), o essere avvertibile in forma di modulazione, oppure deducibile razionalmente per mezzo di strumenti dì analisi, come ad esempio di oscilloscopi (v. anche APE~IODIC SIGNAL, AS, MODULATION, PITCH).

PERIPHERAL Circuito di interfaccia, idoneo a stabìlire una comunicazione fra un calcolatore e un apparato esterno, semplice o complesso.

PHASE Fase. Ogni tipo di evento periodico può essere ripartito in frazioni di ciclo, distinte come fasi la successione delle quali è vincolata ad un ordine costante e prevedibile, in quanto conseguente al modello stazionario. Il criterio di frazionamento e quello che più conviene, ma per lo più è suggerito dalla modalità dell'evento (una waveform, in questo contesto). Un'onda impulsiva, ad esempio, mostra una evidente ripartizione in due fasi (non necessariamente isocrone), mentre una sinusoide suggerisce una frazionabilità in emicicli (o anche quarti) simmetrici, la dente di sega, poi, ha un decorso monofase (v. WAVEFORM e voci derivate). In ogni caso, nulla impedisce una arbitraria suddivisione, anche infinitesimale.
L'interferenza tra due segnali identici (almeno in frequenza) ma asincroni, si manifesta come risultante più o meno complessa, ma coerente. La figura d'interferenza è funzione della relazione di fase, stazionaria o modulata. I fenomeni accennati hanno specifica applicazione mediante circuiti denominati Fianger, Phasing, Phasor, Chorus, Animator, ecc.... destinati a rendere più suggestivi e timbricamente animati i segnali in ingresso.

PHASE LOCKING Dispositivo automatico che rileva il grado di sfasamento fra due segnali (v. PHASE) e ne forza il sincronismo, mediante opportune compensazioni (+/‑) di frequenza. Normalmente, essendo distinta la generazione dei due segnali, la correzione si attua su subordinato, mentre l'altro funge da campione. In base a ciò, le linee subordinate possono essere multipie.

PINK NOISE Letteralmente rumore rosa, cosiddetto in relazione ad una analogia spettrale specifica, cromatico‑acustica. Il pink noise si manifesta come segnale aperiodico le cui variazioni random di pendenza (v. RANDOM) equivalgono alla risultante combinatoria di tutte le frequenze dello spettro audio, ma proporzionalmente degradanti in ampiezza. ~ strano, ma timbricamente questo segnale viene avvertito come un soffio, bene equalizzato nelle sue componenti tonali, gravi ‑ medie acute. La spiegazione sta nella fenomenologia audio, per la quale la relazione percettiva tono‑frequenza è anti espone nzi aie. Nel verso dell'incremento di frequenza, ossia dei toni acuti, l'orecchio risulta meno selettivo, condensando un maggior numero di frequenze prossimali.
L'estenzione di banda, verso le frequenze alte, compensa perciò Il decremento d'ampiezza, in favore d'una energia media costante (v.. APERIODIC SIGNAL, AZUR NOISE, NOISE, PITCH, PSYCHOACOUSTICS, RANDOM, WHITHE NOISE).

 
 

PIO Circuito integrato (Programmable Input Output) che consente la commutazione programmata, tra linee in‑out, interfacciate (v. IN, INTERFACE, OUT).

PITCH Tono, parametro acustico correlato alla frequenza oscillatoria d'un segnale periodico (v. PERIODIC). Una scala musicale corrisponde ad una progressione ascendente  - discendente del tono, secondo formule intervallari dette modi. Intervallo caratteristico è il diapason, tradizionalmente noto come ottava e corrispondente al raddoppio di frequenza dei segnale di riferimento.

PITCH BEND Flessìone dei tono (v. PITCH). Nei sintetizzatori si ottiene mediante dispositivi automatici, con facoltà di impostare (o programmare) tanto l'ampiezza che il verso d'escursione (+/‑). Il processo si innesca ad ogni attacco di nota, salvo eccezioni.
Più frequentemente, il pitch bend costituisce una risorsa espressiva, per interventi gestuali estemporanei, tramite Joystick, pedale, controlli rotativi, ecc... (v. anche BEND, BREATH CONTROL JOSTYCK, PERFORMANCE CONTROL, PRESSURE CONTROL, RIBBON, WHEEL).

PITCH to VOLTAGE CONVERTER Circuito che converte la frequenza d'un segnale periodico applicato in input, in una tensione di livello proporzionale (disponibile in dutput). Più il segnale d'origine è coerente e definito, maggiormente efficace risulta il processo. Segnali complessi o periodici determinano tensioni d'uscita di livello instabile, o addirittura caotico. Questo tipo di conversione è utile per ottenere tensioni atte a pilotare ì più svariati circuiti dotati di input CV. Un uso particolare è quello inteso a pilotare uno o più oscillatori mediante un qualunque segnale vocale o strumentale (chitarra, organo, flauto, ... ), perché l'esecuzione sia monofonica. In tal modo il processo d' conversione diviene speculare (Pitch‑voltage‑pitch), ma la timbrica finale è indipendente da quella originaria (v. anche CV. PITCH).

PLAY‑PLAYBACK Comando o procedura di esecuzione automatica d'una sequenza programmata o d'un brano registrato.

PLOTTER  Dispositivo che traduce in effetto meccanografico le informazioni elettriche (in codice digitale) originate da un computer, debitamente programmato. Il piotter viene usato per produrre disegni e grafici (anche a colori), partiture musicali, e così via ...

POLYPHONIC Aggettivo, contrario a monofonico. Riferito alla composizione musicale, indica una struttura a più parti, correlate secondo il criterio tecnico‑estetico adottato dall'autore (contrappunto classico, dodecafonia, puntillismo, hot jazz, ecc ... ). In senso tecnologico e funzionale, invece, l'aggettivo polifonico qualifica uno strumento capace di generare più eventi sonori simultanei, distinti come voci. La chitarra, ad esempio, e uno strumento a 6 voci (tante, quante sono le corde generatrici) mentre il piano ne conta ben 88; viceversa, il flauto, il ciarinetto, il trombone, ecc... sono strumenti a voce singola, ossia monofonici. Non sempre il numero di ge'neratori si identifica coi numero di voci, In quanto la loro indipendenza può essere nulla o parziale: la chitarra a 12 corde, tanto per esemplificare, è uno strumento esafonico, poiché le corde si usano e si controllano accoppiate.
Nei sintetizzatori, l'attitudine polifonica è integrale se a ciascuna voce corrisponde un autonomo canale di circuiti per la generazione, elaborazione e controllo dei segnale. I circuiti essenziali (singoli o multipli) dei tipico canale di sintesi, sono: oscillatore, filtro, amplificatore, generatore d'inviluppo. Alcuni sintetizzatori possono essere definiti pseudo polifonici, in quanto l'autonomia delle singole voci è parziale, essendo limitata alla generazione dei segnale, al controllo di pitch e (talvolta) all'inviluppo dinamico. In tali casi i segnali debbono confluire nel medesimo modulo di filtraggio (VCF), risultando perciò compromessa l'autonomia della modulazione timbrica di ciascuna voce. E ovvio sottolineare che, acquistando un polysinth, è opportuno documentarsi non solo a proposito dei numero di voci disponibili, ma anche della relativa autonomia, in funzione dei controllo polifonico integrale (salvo esigenze di tipo diverso, s'intende).
Non è male, infine, che detta autonomia sia estesa anche ai generatori LFOs, specie nei casi in cui sia adottato un dispositivo delay, per regolarne il ritardo d'innesco. (v. anche CHANNEL, DELAY, DUOPHONIC, MONOPHONIC, VOICE).

PORTAMENTO Processo per il quale la commutazione d'un livello di tensione di controllo (CV) si effettua per gradi infinitesimali, a velocità regolabile dall'operatore. In senso più specifico, eseguendo due note consecutive mediante tastiera musicale (o altro dispositivo) si otterrà uno slittamento dalla prima alla seconda nota. (v. anche GLIDE GENERATOR).

POSITIVE FEEDBACK Reiniezione d'un segnale, dall'output ll'input d'un circuito. Le applicazioni sono numerose e interessano soprattutto l'ambito audiofonico. Il feedback può anche verificarsi a causa di una reiniezione per via extracircuitale, specialmente aerea.
Il noto (e famigerato!) effetto Larsen è un caso esemplare di tale fenomeno: un segnale microfonico, amplificato e diffuso da un altoparlante, si propaga nell'aria, rientra nel microfono e, ripercorrendo il medesimo itinerario, subisce un nuovo ciclo di amplificazione. Tendenza di questo processo ad anello è la progressiva lievitazione dei volume dei segnale, fino all'eventuale innesco d'una auto‑oscillazione. Il feedback trova applicazione in vari processi integralmente circuitali, quali la risonanza d'un filtro, la reiterazione d'eco, la riverberazione, ecc... (v. anche ECHO, FEEDBACK, RESONANCE, REVERBERATION, SELF‑OSC). Condizione specifica dei positive feedback è la concordanza di fase tra i segnali inout (o, in senso più generico, la reciproca interferenza costruttiva).

POWER Potenza. Nell'ambito della strumentazione elettroacustica, il termine viene riferito alla corrente di alimentazione (individuando, inoltre, l'interruttore di accensione).

POWER SUPPLY  Erogatore di tensione. In particolare, coi termine power supply si indica un circuito che trasforma la tensione di rete in quella richiesta per l'alimentazione di un determinato congegno o apparato elettronico.

PRE‑PATCHED Collegamenti hard ‑ware, fra moduli e circuiti, approntati per l'indirizzamento di segnali e ogni tipo di controllo, secondo la programmazione dei costruttore (v. anche HARDWARE, HARD‑WIRED). PRESET Registro, congegno che seleziona un programma a configurazione prestabilita dal costruttore o anche dall'operatore. I presets, usualmente, corrispondono a programmi timbrici, tuttavia, più estensivamente, possono selezionare modelli ritmici, soluzioni di indirizzamento e miscelazione segnali, programmi di elaborazione (eco, riverberazione, phasing, equalizzazione, ... ) ecc. ecc...

PRESSURE SENSITIVITY Proprietà per la quale la pressione esercitata su di una tastiera musicale ( o altro dispositivo) si traduce in una proporzionale tensione di controllo (CV). Tale tensione può essere indirizzata a vari circuiti, in numero e in tipo dipendenti dalla complessità strutturale dei sintetizzatore. Per l'esecutore, questo tipo di controllo rappresenta una risorsa espressiva naturale, in quanto richiede notevole, in quanto gestuale, solo un impegno muscolare di complemento (v. anche PRESSURE SENSOR).

 
 

PRESSURE SENSOR Dispositivo sensibile alla pressione esercitata su di' esso e idoneo a tradurla in relativa tensione di controllo. L'effetto acustico dei dispositivo si rivela variamente, a seconda delle linee d'i indirizzamento consentite e abilitate dall'operatore. I più comuni indirizzi selezionabili, sono: VCO, VCA, VCF, LFO (incremento d'ampiezza, e, più raramente, di frequenza). (v. anche PRESSURE SENSITIVITY).

PRIORITY Priorità, ossia criterio logico che regola l'assoclazione fra disPositivi azionati ed eventi ad essi correlati. L'applicazione più nota d'una logica prioritaria è quella che regola l'assegnazione di canali di sintesi (Voci) all'azione di controllo di singoli tasti, secondo l'ordine con cui vengono premuti'.
Tale economia distributiva si rende necessaria nei casi in cui il numero di Voci disponibili sia inferiore all'estensione della tastiera (sistemi a 2‑4‑6‑8‑16 Voci). In genere, l'assegnazione segue l'ordine temporale dell'azionamento dei tasti. Alcune
altre funzioni, quali il controllo d'un canale monofonico, unico o complementare (Voce lead), possono dipendere da una logica prioritaria diversa ed anche opzionale (tramite corrirriutatore): nota più recente = nota più acuta = nota più grave (last note = highest note = lowest note); (v. anche ALLOCATION, LEAD VOICE, VOICE).

PROCESSOR Processore, ovvero unità centrale di un sistema computerizzato (v. anche MICROPROCESSOR).

PROGRAM Insieme di istruzioni codificate in una determinata locazione di memoria. Perché un programma divenga operativo, è necessario il richiamo selettivo, della relativa locazione, ma anche ovviamente, che il sistema sia idoneo a decodificare ed eseguire le istruzioni' programmate.
Attualmente il codice più largamente utilizzato è quello digitale, binario (v. BIT, DIGITAL, PROGRAM LANGUAGE, PROGRAMMABLE).

PROGRAM LANGUAGE Linguaggio usato per la programmazione. Tali linguaggi sono raggruppabali in tre ordini: 1) binario, ovvero linguaggio macchina diretto, per il cui utilizzo è richiesta una specifica abilità mentale 2) assembler, formato da sigle che traducono le istruzioni binarie; 3) linguaggi ad alto livello, i quali consistono in istruzioni più aderenti alla logica umana, favorendo percio l'apprendimento e la praticabilità della programmazione. Ciascuna istruzione, però, subisce un automatico processo traduttivo in linguaggio macchina, più o meno complesso rispetto all'apparente semplicità dei termine ad alto livello. Questa necessaria mediazione causa un rallentamento nell'acquisizione dei dati di programmazione (v. anche PROGRAM).

PROGRAMMABLE Programmabile. Dicesi di sistema che dà facoltà di codificare istruzioni, dìrettamente impartite dall'utente, secondo finalità soggettive. Attualmente, la programmabilità costituisce uno dei più apprezzati e richiesti requisiti d'un sintetizzatore (v. anche PROGRAM, PROGRAM LANGUAGE).

PROM‑PROGRAMMABLE READ ONLY MEMORY Memoria a sola lettura, programmabile dall'utente.

 
 

PROMPT Richiesta di informazioni' evidenziate all'utente di un sistema computerizzato, mediante un monitor o display. Le informazioni richieste sono relative all'identificazione, e modalità di svolgimento di programmi, sequenze, funzioni, ecc.

PSYCHOACOUSTICS Disciplina scientifica che indaga sulle correlazioni fra fenomeni sonori e fenomeni percettivi, condizionati da attitudini, atteggiamenti e disponibilità psichica.

PULSE Impulso. Evento elettrico caratterizzato da rapido (praticamente istantaneo) incremento‑decremento dei livello di tensione (v. anche PULSE WAVE).

PULSE WAVE Onda impulsiva. Segnale costituito dall'alternanza dì due distinti livelli di tensione, dei quali uno equivale solitamente a 0. Ciascuna coppia di fasi (livelli altobasso) forma una unità periodica, simmetrica o asimmetrica. La simmetria si verifica quando ciascuna fase incide nella misura dei 50% nella durata del periodo (v. SQUARE WAVE). Come segnale di controllo subsonico (v. LFO, MODULATION) questo tipo di segnale è usato per produrre tremoli.

PW‑PULSE WIDTH Parametro variabile dì un'onda impulsiva (v. PULSE WAVE) che si misura in durata percentuale dei livello alto, rispetto all'intero periodo. Di norma ogni modello di sintetizzatore dispone di un controllo manuale dei PW che, una volta Impostato, polarizza l'escursione di segnali modulanti (v. PWM). Si tenga presente che la regolazione di questo parametro si manifesta timbricamente. Ad esempio, ad un PW=50% corrisponde  (grosso modo) un sound tipo clarinetto, mentre, riducendo - incremen­ tando il PW, il timbro tende ad assumere carattere sempre più nasale, sul tipo della voce d'oboe (o strumenti ad ancia doppia in genere). Va notato che l'effetto dell'incremento - decremento è acusticamente analogo, a valori complementari entro Il 100% (40% e 60%, 5% e 95%, 28% e 72%, ecc ... ). A frequenza subsonica, invece, un PW  diverso dal 50% da luogo ad una cadenza asimmetrica di coppie impulsive, utilizzabile come giuoco ritmico, nel controllo di altri parametri

PWM‑PULSE WIDTH MODULATION Modulazione automatica dei parametro PW, mediante tensioni di controllo a frequenza audio subsonica/monociclica (relativa a segnale d'inviluppo, ovvero transitorio); (v. PULSE, PULSE WAVE, PW).

 
 

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