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prime string machines, tastiere violini, primi esemplari di sintetizzatori
polifonici, erano composti generalmente da una tastiera di quattro ottave, completamente
polifonica, con due canali di produzione di onde a dente di sega (le più
violinistiche), lievemente battenti tra loro. Questi erano filtrati passivamente,
senza un filtro a voltaggio controllato, creando così il suono che,
senza ulteriori modifiche, veniva amplificato. Era
un tipo di strumento relativamente semplice, completamente polifonico, che doveva
riuscire a riprodurre fedelmente il suono di una sezione di violini. La
più popolare string machine era probabilmente la Solina, originariamente
fabbricata in Olanda su brevetti ARP, conosciuta sul mercato americano
come ARP String Ensemble.
La
maggior limitazione dello strumento, tipica della sua concezione progettuale,
era nell'avere un singolo filtro master, e non uno per voce; pertanto le modulazioni
possibili erano sempre limitate alle singole note: ogni nota aveva lo stesso shape
contour. Per
ovviare a questo problema vennero approntati sistemi di triggeraggio singolo o
multiplo, selezionabili a piacere dall'esecutore. Il triggeraggio multiplo causava
la partenza dell'inviluppo filtro ad ogni pressione di tasto, mentre il trig singolo
necessitava di un ciclo completo in cui la nota venisse premuta e rilasciata,
fino a che tutti i tasti non erano stati rilasciati, il filtro non ripartiva.
All'atto
pratico, con il triggeraggio singolo non era possibile suonare delle frasi legate:
la prima nota beneficiava del contorno dell'inviluppo, le note seguenti venivano
smorzate dalla soglia del filtro, bloccato sul valore di sustain programmato.
Nel caso del trig multiplo l'inconveniente era ovviato, ogni nota poteva
distintamente essere articolata, anche se ciò significava che (essendoci
un solo filtro) ad ogni nuovo trigger risuonavano tutte le note, anche quelle
articolate in precedenza ed attualmente tenute. In addizione alle voci
orchestrali, alcune tastiere pseudo polifoniche (ricordiamo che lo pseudo è
dovuto al singolo filtro) erano fornite anche di una sezione sintetizzatore completamente
variabile, che usava i generatori della sezione orchestrale per creare delle voci
completamente nuove, anche in questo caso, per ragioni di costo, il vcf era uno
solo, e non uno per tasto. L'esempio
più noto, lo strumento che, funzionava meglio è stato senza dubbio
l' ARP Omni. L'
ARP Omni fu lo strumento più venduto dalla casa americana, più
del 2600 ! Venne
introdotto nel 1976, sfruttava una tastiera completamente polifonica a quattro
ottave, i cui oscillatori usavano lo stesso schema top octave divide-down usato
per anni negli organi elettronici. Il sistema di scanning, poi ripreso
da Tom Oberheim per i suoi polifonici, era stato inventato da Dave Rossum,
noto per essere il creatore di buona parte dei prodotti E-MU...
L'Arp Omni offriva al musicista la possibilità di ottenere suoni di archi,
e mediante la sezione sint, brass, piano, clay eccetera (anche se si rendeva necessaria
la programmazione). I suoni d'archi erano particolarmente belli grazie
ad un procedimento chiamato modulazione asincrona di fase; mediante questo,
le note generate da ogni tasto venivano modulate in ampiezza con tempi diversi
tra loro: suonando un accordo, era così possibile sentire la differenza
e la presenza delle varie voci che non venivano appiattite da un singolo LFO.
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La sezione
violini era divisa in Violin, Viola, Cello, Bass, diversificati sulle rispettive
ottave e sulla frequenza di filtraggio (più aspri i violini, più
chiuse le viole...). Un
generatore AR forniva gli inviluppi ed un volume separato per i bassi completava
la sezione. La parte polysint si articolava in un inviluppo a quattro
stadi, un vcf, ed un LFO. La frequenza degli oscillatori era selezionabile su
due piedi (8' e 4'), Tre selettori permettevano l'inserimento di un phaser,
la selezione del triggeraggio (singolo-multiplo), ed il cambiamento delle forme
d'onda da rampe a Pulses. Infine una sezione Bass permetteva le creazioni
di voci pizzicate o legate per coprire le regioni estreme della tessitura ochestrale.
Come se tutto ciò non bastasse, lo strumento veniva fornito di uscita stereofonica,
mediante la quale era possibile creare la trifonia brass a sinistra, archi a destra
e basso al centro. Decisamente impressionante per l'epoca... Era
uno strumento che ha conosciuto anni di gloria, sui palchi ma soprattutto in sala
di incisione, dove è stata usato per creare sottofondi d'archi, sezioni
di violini, e tutto cio' che si poteva creare con uno strumento versatile e relativamente
economico..
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