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Estetica
della musica elettronica
di
Herbert Eimert
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Che la musica elettronica non si muova piú sui binari dei tradizionali sistemi musicali non è un buon motivo perché venga esclusa dalle considerazioni estetiche. Se lo studioso di estetica afferma che non vi può essere musica al di fuori di rapporti sonori sul tipo di quelli che intercorrono tra i gradi della scala e che un continuo di suoni, come ad esempio un glissando, non è un mezzo musicale, l'errore non è nel glissando ma nella superficialità dello studioso che non è in grado di rivedere i suoi pregiudizi. Di questa estetica del pregiudizio si possono citare numerosi esempi. Nei testi tedeschi di musicologia e di filosofia della musica si legge tuttora che il cosiddetto suono sinusoidale, il suono puro, libero da armonici superiori, uno dei mezzi fondamentali della musica elettronica, non è un suono musicale ma un accadimento extramusicale o premusicale. Questa affermazione, dovuta più ad un pio desiderio che a una reale conoscenza dei fatti, non regge neppure un attimo ad una disamina pratica o scientifica. Certamente è noto che il nostro orecchio non è in grado di percepire vibrazioni pure, giacchè non funziona secondo una proporzionalità semplice, bensì in modo "non-lineare", proprio come le valvole radiofoniche sono un mezzo tecnico funzionante in modo non lineare, con un " fattore di risonanza " caratteristico per ogni tipo di valvola. Quando
un suono puro prodotto da un generatore e captato da un amplificatore
si diffonde nello spazio, incontra il nostro orecchio e, tramite i
fasci nervosi (condotto auditivo), viene indirizzato al cervello,
subisce alcuni mutamenti il cui risultato non coincide più
con una vibrazione sinusoidale. A questo punto si pone il problema di ciò che l'apparato nervoso ricevente rielabora dopo averlo selezionato e ciò che strada facendo lascia cadere ed elimina come zavorra. Poiché gli armonici " soggettivi " si formano nell'orecchio e solo in un secondo momento colpiscono l'apparato nervoso, è impossibile all'ascolto distinguere gli armonici soggettivi da quelli oggettivi fisici. Sarebbe però altrettanto errato credere che i suoni fisiologici formati nell'orecchio abbiano lo stesso valore informativo degli armonici fisici. |
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In verità essi si comportano in maniera completamente diversa dai suoni oggettivi e per quante prove si possano addurre con l'ausilio dell'anatomia, della neurologia e della fisiologia del suono, l'esperienza quotidiana dimostra che si può lavorare con i suoni sinusoidali di un generatore come se fossero suoni puri. La prova di ciò è fornita da un qualunque aggregato armonico, prodotto dai suoni di un generatore, che dànno all'orecchio l'impressione di un suono unico (di un " timbro "), perché separati da intervalli armonici. Comunque l'asserzione che il nostro sistema nervoso non sappia distinguere gli armonici fisiologici da quelli fisici non può essere interpretata nel senso che per la percezione auditiva la loro funzione sia la stessa, che cioè le deformazioni non lineari dell'orecchio riescano a produrre una serie di armonici superiori, della ricchezza e dell'intima consistenza dei suoni strumentali. Se così fosse, la struttura sinusoidale di un timbro non produrrebbe solo quel timbro ma una vera e propria dissonanza. Poco analizzate sono del resto le misture (Tongemische) ossia gli insiemi di suoni privi di rapporti armonici, e i rumori colorati (Geràuschfarben) filtrati dal " suono bianco ", dei quali si sa come vengano oggettivamente prodotti ma non come si comportino nell' orecchio. Il grado
di fusione di questi insiemi sonori è sempre molto piú
elevato che nel caso di suoni strumentali i quali vengono percepiti
come consonanti o dissonanti ogni qual volta si riuniscono in accordi. |
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L'altezza dei suoni sinusoidali non può venir localizzata così facilmente come quella dei suoni strumentali e gli esperimenti auditivi binaurali con una coppia di suoni sinusoidali confondono l'ascoltatore a un punto tale che non riesce più a distinguere gli intervalli più semplici. Si tratta però sempre di esperimenti che si svolgono in una sfera fisiologica premusicale. Esperimenti piú recenti di questo genere hanno sensibilmente chiarito la natura della consonanza musicale. Si dimostrerebbe cioè un fatto musicale con qualcosa di extramusicale se si vuole accettare per il suono sinusoidale questa definizione di certi teorici male orientati. |
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Queste contraddizioni di terminologia si chiariscono solamente quando ci si libera dell'immagine convenzionale dei sistemi tonali. In effetti la musica elettronica non si svolge piú secondo questi ultimi ma secondo sistemi di organizzazione che prescindono dai rapporti tonali. Avrebbe poco senso in campo elettronico formare dei sistemi tonali sul modello tradizionale, giacché ne risulterebbe un'imitazione del sistema esistente. Quando si copia semplicemente ciò che già esiste, come accade ad esempio con gli strumenti musicali elettrici, non si può assolutamente parlare di musica elettronica. Ne risulta anche l'inferiorità degli strumenti musicali elettrici, dai quali perfino compositori di fama non sono riusciti a ricavare nulla che vada al di là del solito modo di suonare. Quando, recentemente, su di una rivista musicale tedesca fu proposto di usare questi strumenti elettrici per far musica tra le pareti domestiche, l'idea non era affatto grottesca come si disse, confermava anzi il carattere antiquato di quegli strumenti. La musica elettronica non ha nulla a che fare con gli strumenti fabbricati dall'industria a scopo commerciale. Per questo motivo con la musica elettronica non si può " far musica " in famiglia. Di questa inevitabile fine del musizieren si lamentano i dilettanti di musica. |
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