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Amplificare gli strumenti a corda
 
STRUMENTI MECCANICI A TASTIERA

Potrà sembrare superfluo, ma è importante distinguere le tastiere meccaniche da quelle elettroniche come il sintetizzatore e l'organo. Il pianoforte, il clavicembalo e simili sono strumenti a corda che anzichè dell'archetto e delle dita dispongono di un meccanismo che pizzica o percuote le corde.

I tasti del clavicembalo mettono in funzione altrettante punte ripiegate che pizzicano le corde, mentre i tasti del piano agiscono su martelletti felpati che le percuotono: in entrambi i casi il meccanismo della tastiera è chiamato "azione".

Nel piano a coda le corde sono montate orizzontalmente su un telaio di metallo dotato di grande resistenza alla tensione delle corde stesse.

Nel piano verticale le corde sono montate verticalmente. Non tutte le note vengono riprodotte allo stesso modo.

La gamma medio-alta dispone di tre corde di ugual misura, il che conferisce maggior volume sonoro.

La gamma "tenore" dispone di due corde, mentre la gamma bassa, piú potente di natura, una sola. Tale moltiplicazione non serve solo ad aumentare il volume, poichè rende il suono vivo e vibrante.

Le vibrazioni sono trasmesse ad una tavola armonica attraverso un ponte che proietta il suono all'esterno, come un amplificatore di legno.
 
 
IL PIANO VERTICALE
 

Nonostante la diversa forma ed il minor numero di ottave, il contenuto armonico e fondamentale del piano verticale è analogo a quello del piano a coda.

Si può quindi usare la stessa tecnica microfonica, tenendo presente che il coperchio ha ben poca influenza.

I microfoni possono essere direzionati negli stessi punti del piano a coda, mentre con l'impianto voce è possibile avvicinarli maggiormente per evitare risonanze in larsen: attenzione però a non inscatolare troppo il suono.

Tutto ciò va bene per il rock ed il jazz ma, come già detto, la musica classica predilige microfoni piú lontani.



La tavola di risonanza è verticale e corre sul lato posteriore per cui, presumendo una distanza dal muro di almeno 91 cm, i microfoni si potranno puntare dalla parte posteriore del piano.

Per il piano verticale si potranno usare gli stessi microfoni consigliati per il coda, cioè AKG D125, D124, e C414.

A differenza di altri strumenti impiegati nella musica rock e classica, il piano a coda ha una propria lente acustica - il coperchio - che può influenzare grandemente l'angolo di dispersione del suono.
 
IL PIANO A CODA



La gamma bassa è irradiata uniformente, mentre i medi e gli acuti sono maggiormente direzionali.

L'angolazione del coperchio determina l'angolo di dispersione di tutte le frequenze.

Per la registrazione di musica classica si usa un C414 a condensatore ad alta sensibilità.... .... puntato in direzione del DO sopra il DO centrale.

La grandezza del diaframma ed il suo effetto sui transienti producono un timbro dolce e ben bilanciato. Per le registrazioni in stereo si può usare un C34 a condensatore. Il suono del pianoforte per il rock, il blues ed il jazz è molto diverso da quello necessario per musica classica, poichè è più duro, brillante e percussivo, per cui necessita di due microfoni per essere amplificato.

Un D222 a due vie è indicato per i bassi, puntato in direzione del DO nella »grande ottava», mentre un D125 o un D224 sul DO 5 o sul DO6 riprodurrà i medi e gli acuti.

Sono entrambi microfoni molto resistenti, progettati per l'uso sul palco e adatti per gli acuti del piano; il D125, tuttavia, predilige le frequenze piú basse.
Sul palcoscenico i monitor dell'impianto voce possono dare problemi di larsen, per cui è necessario tenere i microfoni a circa 5-20 cm da dove i martelletti colpiscono le corde, nonostante vi siano sul mercato dei buoni pick ups per pianoforte.

Un'altra soluzione consiste nell'applicare un C567 a condensatore con un sistema studiato espressamente per il piano. Il microfono sarà attaccato all'interno del coperchio con nastro adesivo di modo che, una volta chiuso, il C567 sarà sospeso a circa 2,5-5 cm all'altezza del DO sopra il DO centrale.

Per l'effetto stereo si può provare con un C567 sopra il DO della »grande ottava» per i bassi ed un altro sopra il DO centrale della seconda ottava per i medi e gli acuti. In questo modo i microfoni sono all'interno del piano quando il coperchio è chiuso e sono isolati dalle vibrazioni grazie al nastro adesivo.

In studio gli ingegneri del suono usano un C414 per i bassi e capsule CK 1 o CK IS (quest'ultima più brillante) per gli acuti.

LA CHITARRA ACUSTICA
 
Le chitarre con corde di nylon o di acciaio sono entrambi strumenti pieni di sfumature e vanno amplificati con grande cura, se si vuole ottenere la miglior resa possibile.

Le corde, il legno e la vernice hanno grande importanza per il timbro dello strumento e devono essere valorizzati anche dall'amplificazione microfonica.

La chitarra classica a cassa piccola monta corde di nylon o di budello e si suona cori le unghie, il che si traduce in un suono caldo e dolce con meno ipertoni che nella chitarra folk.

Per ottenere una resa eccellente su tutto lo spettro, le frequenze acute devono essere "aiutate" dal microfono che va puntato in direzione del ponte. In questo modo gli ipertoni prendono il sopravvento poichè sono rinforzati dalle vibrazioni della tavola armonica.

La chitarra con corde di acciaio è più grande e brillante, e produce molti ipertoni, specialmente se usata con il plettro; il microfono offre la miglior resa se puntato verso la buca.
 
 

Nel silenzio dello studio si può provare a tenere i microfoni a distanza, mentre dal vivo è necessario tenere il microfono il più vicino possibile, facendo attenzione al rischio di colpire il microfono con le mani (microfono troppo vicino) o ad una risposta esagerata sui bassi (microfono troppo all'interno della buca).

La distanza ideale è di circa 20 cm, qualora il chitarrista desideri muoversi sul palco sarà necessario usare un microfono a condensatore C567 (clip) da montare nella buca senza pericolo di enfatizzazione dei bassi. I musicisti ai quali piace un suono più caldo e trasparente potranno usare per la loro folk con corde d'acciaio un D222, D330 o un D320; gli ultimi due sono forniti di interruttore per tagliare i bassi e gli acuti.

Alcune chitarre acustiche montano pick up inseriti sotto il ponte che non danno problemi di risonanza pur mancando di risposta adeguata sui bassi e sugli acuti; nulla impedisce di aggiungere un microfono che supplisca a tale deficienza, poichè il taglio delle frequenze elimina la possibilità di fischi di risonanza.

Gli ingegneri del suono preferiscono, per la 12 corde, il C414 AKG, a condensatore, mentre per la chitarra classica optano per il D224 ed il D1200 (dinamici) o per il C535 a condensatore, tutti molto bilanciati, con un'ampia risposta in frequenza e nei transienti. La capsula CK1 a condensatore viene spesso usata in studio, mentre la CK1s è fornita di maggior brillantezza.

LA CHITARRA ELETTRICA

La chitarra elettrica è uno strumento decisamente a sè stante.

Negli anni 30 le chitarre acustiche si stancarono di essere sommerse dagli altri strumenti e di non disporre del volume necessario negli assoli. Tutto ciò cambiò con l'avvento dell'amplificatore.

La tipica chitarra a 22 tasti va dal MI2 al RE6. La risposta in frequenza delle fondamentali spazia dagli 82 ai 1174 Hz, mentre gli ipertoni estendono ulteriormente tale risposta, nonostante parte di essi non venga riprodotta (dagli altoparlanti).

Il cavo jack tende a cancellare le frequenze sopra i 5 KHz mano mano che ne aumenta la lunghezza, a meno che non si adotti un convertitore a bassa impedenza a i relativi pick ups.

Anche l'altoparlante ha i suoi limiti di risposta, intorno ai 5-6 KHz. Per questo motivo un buon altoparlante deve avere una risposta molto enfatica intorno ai 4-5 KHz per poter riprodurre un suono aperto e acuto anche senza tweeters.

Analogamente il diaframma dovrà essere duro e la frequenza di risonanza intorno ai 70Hz, poichè non potendo la chitarra arrivare tanto in basso, non si correrà il rischio di avere un suono sgradevole sui bassi a causa delle vibrazioni che insorgerebbero a tale frequenza.

Naturalmente bisogna ricordare che la chitarra elettrica viene spesso «processata» da effetti quali phasers, wha-wha e distorsori che ne influenzano grandemente le caratteristiche timbriche.

E quindi naturale che i microfoni debbano essere particolarmente robusti specialmente quando posizionati a 5-15 cm dalla cupola dell'altoparlante, per ottenere una buona separazione. Aumentando la distanza il microfono capterà anche i suoni provenienti da fonti esterne.

Il posizionamento in dirittura della cupola dell'altoparlante serve a raccogliere le frequenze acute, estremamente direzionali, che potrebbero andare perse anche solo con uno spostamento laterale di pochi centimetri.

I microfoni dinamici AKG D125 e D1200 sono alquanto duri e adatti sia in studio che dal vivo. Con un sistema a due vie sarà necessario amplificare il tweeter con un D224.
 
IL BASSO ELETTRICO
 


Se si considera l'ingombrante mole del contrabbasso, è lecito ritenere che il suo discendente leggero (il basso elettrico) abbia impiegato un tempo relativamente lungo per affermarsi. Ai giorni nostri il basso elettrico è anche diventato uno strumento da collezione, basti pensare ai primi Jazz Bass.

La gamma tonale del basso va dal MI 1 al FA 4 (41,2 - 343,2 Hz), nonostante uno stile esecutivo piuttosto agguerrito possa portare fino ai 4 KHz.

Sia i pick ups, sia la tecnica esecutiva possono influenzare grandemente la sonorità; il plettro, ad esempio, darà un suono più brillante, dotato di molto «attacco», specialmente in congiunzione con un pick up degli acuti molto potente.

L'uso delle dita, comune al contrabbasso, addolcisce il suono e può renderlo molto scuro, specialmente con il pick up dei bassi.

Dal momento che si tratta di uno strumento elettrico, vi sono due possibilità: si può entrare direttamente nel mixer e da li nell'impianto voce o nel registratore.

Questo sistema offre il vantaggio di non produrre fischi di risonanza, rumori indesiderati ed è più semplice per quanto riguarda le regolazioni.

La possibilità di usare l'equalizzatore ed altri effetti ha come controindicazione un suono più freddo ed innaturale, dal momento che non c'è l'interferenza dell'amplificatore e dell'altoparlante i quali aggiungono calore al suono.

Molti bassisti preferiscono usare un microfono davanti all'amplificatore e, come per la chitarra elettrica, il microfono deve essere posizionato a 5-15 cm. dalla cupola dell'altoparlante, a patto che sia sufficientemente duro da sopportare la pressione sonora.

 

 

I microfoni dinamici sono la migliore scelta sia in studio, sia dal vivo, in particolare il D12 ed il D222. In particolare il D12 ha un diaframma grande per sopportare i transienti ad alta frequenza il che, con un enfatizzazione dei bassi sui 100 Hz, produce un suono caldo e dolce, molto potente sui bassi.

Il D222 è più pulito, meglio bilanciato e lavora meglio con gli amplificatori ricchi di toni medi.
Spesso si ottengono ottimi risultati utilizzando entrambi i sistemi, cioè sia in diretta sia con il microfono congiuntamente; il risultato consiste in una minore risonanza (feedback) e nella possibilità di mixare due tracce.

Un altro apparecchio utile è il compressore, un amplificatore che attenua i picchi di attacco e allunga il tempo di decadimento.

Un rapporto di 2,1 è sufficiente per avere un buon controllo sul decadimento; occorre fare attenzione però a non gonfiare troppo il suono, nel qual caso è consigliabile utilizzare il modo automatico, qualora il compressore ne sia provvisto.
 
Tratto da Yes Music autunno/inverno 1984
 
Link ad altre pagine sull'amplificazione
 
 AMPLIFICAZIONE DEGLI STRUMENTI MUSICALI
Amplificatore a valvole, transistor o ibrido. Differenze costruttive tra i vari tipi di amplificatori.
 AMPLIFICAZIONE DELLA BATTERIA
Come amplificare la batteria. Dove posizionare i microfoni e consigli tecnici.