SINTESI SOTTRATTIVA
Questo
procedimento è il più utilizzato per la produzione di timbri nell'elettronica
analogica, tanto che molti effetti tipici della sintesi sottrativa sono diventati
sinonimo stesso di musica elettronica.
In campo digitale,
la sintesi sottrattiva necessita di un algoritmo che permette di ridurre i calcoli
necessari per la produzione di un timbro, ed assume delle caratteristiche completamente
differenti di quelle della sintesi analogica.
Il passaggio
dall'analogico al digitale ha diminuito l'utilizzo di questo metodo di sintesi.
Con
la tecnologia digitale è più facile sommare che sottrarre, i sistemi
digitali sono più adatti per compiere calcoli di natura ripetitiva che
non effettuare operazioni di natura adattativa, come quelle della sintesi sottrattiva
nelle apparecchiature analogiche.
Il principio su cui
si basa questa sintesi è quello di un oscillatore che genera delle forme
d'onda che abbiano già una propria conformazione armonica, come un'onda
quadra, triangolare, a dente di sega ecc...
Tramite
un filtro, vengono selezionate soltanto alcune delle componenti di queste forme
d'onda e le altre vengono escluse.
Nell'analogico il
procedimento è abbastanza semplice; l'uscita dell'oscillatore viene inviata
all'ingresso di un filtro che in base alla frequenza di taglio seleziona una determinata
gamma di frequenze.
Applicando un generatore di funzioni
al filtro otterremo una variazione continua delle frequenze selezionate. Questo
procedimento, molto empirico, ha il pregio di creare una variazione continua dello
spettro, cosa che è alla base della creazione dei suoni "sintetici".
Nel campo digitale tutta questa serie di operazioni
deve essere tradotta in calcolo.
E qui che la variazione
continua del timbro analogico comincia ad assumere un significato molto diverso
in termini di tempo di calcolo da parte del computer.
Per
realizzare la sintesi sottrattiva digitale occorre, prima di tutto, progettare
la funzione di trasferimento del filtro che, moltiplicata per la funzione in ingresso
(anch'essa da calcolare), darà in uscita, come risultato dell'operazione
detta di "convoluzione", la forma d'onda filtrata, prodotto delle due
funzioni. In generale nel digitale l'operazione ovviamente non viene compiuta
su una sola funzione, ma su molte contemporaneamente ed il filtro assume diverse
caratteristiche ogni volta.
Possiamo quindi immaginare
che il tempo complessivo di calcolo sarà molto elevato.
Sono
state messe a punto diverse tecniche per la determinazione della funzione di trasferimento
dei filtri digitali. In particolare vengono utilizzati due tipi di filtri: FIR
(Finite Impulse Response - a risposta all'impulso finito), paragonabili al filtro
analogico passivo e IIR (Infinite Impulse Response - a risposta all'impulso infinito)
paragonabili a un filtro analogico attivo. Questo ha dato alla sintesi sottrattiva
digitale una precisione che l'analogico non aveva mai raggiunto.
L'applicazione
più frequente di questo metodo di sintesi nella computer music è
la cosiddetta "sintesi incrociata", un criterio che unisce la sintesi
sottrattiva con altri metodi di sintesi.
Tale metodo
può essere utilizzato ad esempio nell'imitazione di strumenti tradizionali,
partendo dalla considerazione che il risultato sonoro di uno strumento musicale
è dato dal prodotto della funzione di eccitazione con la funzione di modulazione
della cassa armonica o tubo dello strumento.
Sarebbe
a dire che in uno strumento come il clarinetto il suono della sola ancia viene
separato dal tubo risuonatore. Ora, generando uno spettro di eccitazione complesso
in sintesi additiva, e facendo coincidere la curva di risposta del tubo con la
funzione di trasferimento del filtro, operando cioè un procedimento di
sintesi sottrattiva, otteniamo un procedimento di sintesi incrociata.