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 Amplificare i fiati
 
 

Una corretta amplificazione degli strumenti a fiato richiede una particolare attenzione, dal momento che varia è la loro natura nell'ambito di una stessa famiglia e altrettanto varia è la gamma di sonorità che i singoli musicisti possono desiderare.

Ecco, quindi, che sorge la necessità di prestare particolare attenzione sia nella scelta del microfono, sia nel posizionamento dello stesso.

Occorre ricordare, infatti che nella generica denominazione «fiati» sono racchiuse differenze meccaniche notevoli, che portano ad avere da un lato strumenti che irradiano il loro suono sia dai fori che dalla campana, dall'altro strumenti, come la tromba, che suonano solo tramite la campana.

E evidente come nel primo caso sia necessario raccogliere i suoni provenienti dalle varie fonti, il che porrà problemi diversi da quelli risultanti, ad esempio, dall'amplificazione della tromba o del trombone.



 IL FLAUTO
 
Il punto focale riguardante il flauto risiede nella irradiazione del suono: questo, infatti, si propaga sia dall'imboccatura che dal foro terminale dello strumento.

Altra peculiarità, non vi è alcuna frequenza che si propaghi in tutte le direzioni, neppure sui bassi estremi.

La sua gamma tonale varia dal SI 3 al DO 7, il che corrisponde ad una frequenza spaziante dai 247 Hz ai 2100 Hz.

Per i toni medio-forti il limite massimo della risposta in frequenza si trova tra i 3 KHz e i 6 KHz.

Fino ai 3 KHz il suono è irradiato in linea con la visuale frontale del flautista, ma se si va oltre, la direzionalità si sposta di 90 gradi a destra.

La scelta e il posizionamento dei microfoni dipende dal genere musicale; la musica classica richiede distanze di lavoro relativamente ampie, per cui il C414 e il CK1 sono da preferirsi.


Qualora sia necessario catturare accuratamente le frequenze superiori ai 3 KHz occorre aggiungere un microfono a 90 gradi sulla destra dell'esecutore; un modello a due vie, come il D224, rappresenta una buona scelta.

I musicisti rock, per i quali esiste il rischio costante di «larsen», sono costretti ad impiegare un pick up montato all'interno del flauto, perdendo, però, tutte quelle sfumature tipiche dello strumento relative alla respirazione.

D'altro canto il pick up raccoglie tutti i rumori meccanici come quelli delle chiavi (il tipico «cick»), cosi come tende a privare di corpo il timbro naturale del flauto.

Chiaramente il pick up facilita l'impiego di vari effetti speciali, tuttavia effetti come il phaser rendono meglio con un pò di «soffio» aggiuntivo: è meglio, quindi, adottare una combinazione mista microfono-pick up.


La serie D300 ben si adatta ad essere utilizzata molto vicino al flauto, poichè il controllo «presence» (D330) e il controllo dei bassi con tre possibilità di taglio (D320/D330) possono dare all'esecutore ampie possibilità di modificazione del suono a seconda del suo gusto personale.

La giusta distanza tra la bocca e il microfono deve essere calcolata per evitare un «effetto vento» troppo marcato; l'ideale è tenere il microfono a circa 10-20 cm dalla bocca e soffiare indirettamente verso il microfono.

Qualora la direttività e il «larsen» siano tali da costringere l'esecutore ad avvicinarsi fino a 2-5 cm, il miglior rimedio consiste nel soffiare sotto al microfono, dal momento che il flusso d'aria è diretto in basso a causa della posizione delle labbra.

Cercate di non muovervi troppo durante l'esecuzione: tuttavia se ciò fosse necessario un microfono a clip come il C567 potrebbe essere la soluzione ideale: si attacca al flauto con un pezzo di nastro adesivo. La quantità di rumore respiratorio può essere controllata ruotando il microfono verso l'imboccatura.

 
  
 
  
  IL SASSOFONO
 


Il sassofono, analogamente al clarinetto, ha una singola ancia che riproduce il suono.

l sassofoni sono costruiti in metallo e possono presentare forme e dimensioni diverse.

Il più diffuso nel rock e nel jazz è il tenore in SI bemolle, dalla tipica forma a «S», dove i toni fondamentali sono racchiusi tra il SI 2 e il FA 5 (117 Hz 725 Hz) insieme con l'alto in MI bemolle (DO3-SOL5 - 140 Hz-784 Hz).

Della stessa famiglia fanno parte il sopranino e il soprano (senza curvatura) ed il baritono e il basso, entrambi a «S».

La nota piú bassa raggiunta da questa famiglia è il LA bemolle 1 (51 Hz), mentre la più alta raggiunge i 1600Hz, che corrisponde ad un LA 6.

La tecnica di esecuzione determina il manifestarsi delle armoniche, rimanendo come regola generale una punta massima intorno agli 8 KHz, con i primi supratoni in maggiore evidenza.

Al di là di tale limite il rumore respiratorio che raggiunge un picco ragguardevole di 12-13 KHz.

amplificare sassofonoIl sassofono è uno strumento a struttura chiusa, che irradia tutte le sue frequenze, nell'ambito dei 3 db, dalla campana.

II microfono deve essere disposto nell'angolo di dispersione, puntato al centro dello strumento.

In qusto caso non esiste il problema relativo alla rumorosità delle chiavi, dal momento che essa viene considerata una componente del suono del sassofono.

Chi desiderasse eliminare tale «inconveniente» dovrà puntare il microfono in direzione del bordo esterno della campana.

In studio il rumore delle chiavi viene eliminato aumentando la distanza tra lo strumento e il microfono, che può essere un C414, il quale, qualora venga impiegato più vicino al sax, dovrà essere predisposto per l'attenuazione di 10-20 db con l'apposito interruttore

Dal vivo consigliamo il D 1200 per un suono corposo e potente, mentre in caso di problemi relativi al monitoraggio, suggeriamo il D330 o il D320, del tipo ipercardioide.

 
 

microfoni AKG descritti nell'articolo
 
  
 LA TROMBA
 

 

La tromba è uno strumento ricco di supra-toni, che raggiungono punte di 15 KHz.

I fondamentali vanno dal MI 3 al RE 6 (165 Hz-1175 Hz), e la sua dispersione è uniforme in tutte le direzioni al di sotto dei 500 Hz.

Dai 1500 Hz in su la tromba diventa decisamente direzionale, tanto che a 5 KHz l'angolo di dispersione è molto stretto: 30 gradi dalla visuale frontale dell'esecutore.

Le armoniche si trovano intorno ai 1,5 KHz, fino ai 2-3 KHz, ma il timbro e la risposta della tromba possono essere radicalmente modificati usando una sordina.

La sordina a forma di tazza taglia le frequenze superiori ai 2,5 KHz, mentre quella conica agisce al di sotto dei 1,5 KHz enfatizzando la risposta dai 4 KHz in su.

Dal momento che l'irradiazione è fortemente direzionale, verrebbe spontaneo pensare di sistemare un microfono di fronte alla tromba per avere una buona riproduzione: purtroppo una simile sistemazione porterebbe ad avere grossi problemi di distorsione, specialmente nei «forte» e «fortissimo»: è meglio, perciò, puntare il microfono leggermente fuori centro.

Una misurazione effettuata a circa 30 cm di distanza ha fatto rilevare una pressione di suono di 130 db, per cui qualsiasi distanza compresa tra i 5 e i 30 cm necessita di uno spostamento «scentrante» assai drastico.

  
 
  
 
II forte flusso d'aria che colpisce la griglia del microfono può talvolta causare leggeri fischi che, pur essendo impercettibili, possono alterare la resa del microfono. Un coperchio di gommapiuma può annullare il rumore di circa 20 db e pur non modificando il timbro del segnale, può comportare una leggera perdita di risposta.

Il D222, a due vie, ha uno schermo anti-soffio in bronzo privo di scorie, con una superficie molto liscia, ed è indicato per amplificare la tromba sul palco.

La sua risposta in frequenza estesa ma uniforme riproduce l'intero spettro della tromba e la mancanza di disturbi dovuti alla vicinanza permette risultati eccellenti. Per una risposta più rotonda, con il D1200, si può agire con l'apposito interruttore di tono.

In studio è consigliabile il C414, poichè rende bene anche di fronte a forti pressioni sonore, grazie all'attenuatore che può portare la sensibilità da 0 a -10/—20 db.

Questo microfono offre risultati eccellenti con il flicorno, poichè ne riproduce fedelmente il suono dolce e caldo.
  
 

  
 IL TROMBONE
 


Il rischio più frequente che si corre con il trombone è quello di colpire il microfono con lo strumento.

Tra le varie dimensioni esistenti, il tenore è quello maggiormente usato; la sua risposta va dal MI 2 al DO 5 (82 Hz-520 Hz) e il suo segnale contiene pochi supratoni. Un'esecuzione di media potenza può raggiungere i 5 KHz che, in caso di ulteriore aumento, arriva fino a 10 KHz.

Le armoniche si trovano dai 480 Hz ai 600 Hz e intorno ai 1200 Hz.

La dispersione è analoga a quella della tromba: al di sotto dei 400 Hz le frequenze sono multidirezionali, mentre al di sopra dei 2 KHz l'angolo di dispersione si abbassa a circa 45 gradi.

In caso di passaggi molto forti, oltre i 7 KHz, tale angolo si riduce fino a 20 gradi. Il trombone è impiegato sia nella musica classica che nella musica moderna.

Nella produzione di Mozart, ad esempio, si possono trovare parti per trombone soprano, alto, tenore e basso per cui è necessario lavorare sulla lunga distanza per conferire un suono d'insieme alla sezione fiati.

La musica jazz richiede distanze minori le quali, a loro volta, pongono i medesimi problemi di distorsione relativi alla tromba.

Ad una distanza tra i 5 e i 30 cm il trombonista deve suonare puntando verso un lato del microfono, che potrà essere un D222 o un D12 dal vivo e un C414 o un CK1 in studio.

Complessi con una sezione di fiati numerosa potranno necessitare di distanze ragionevolmente lunghe per le parti d'assieme, mentre per le parti soliste la consuetudine è quella di avere un microfono oltremodo vicino.

  
 
microfoni AKG descritti nell'articolo
 
  
 tratto da Yes Music - primavera 1983
  
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