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  Limiti fisio-acustici della musica elettronica
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Il limite superiore della durata d'un suono sarebbe un suono continuo di durata illimitata (frequenza d'informazione nulla). Cessa la vita, la musica è divenuta priva di senso. Esistono tuttavia suoni di lunga durata (punti coronati di 36 misure ed oltre), ma che hanno una funzione continuamente variabile, cioè uno sviluppo armonico prodotto dal mutare d'un suono combinato al suono di base.

Ciononostante un suono dalla lunga durata e dall'intensità elevata é di dubbia efficacia psicofisica dato che ne risulta stanchezza per un certo gruppo nervoso, nonché una assuefazione che produce un calo soggettivo dell'intensità in suoni vicini a stessa frequenza.

È nota la circospezione con cui Beethoven sapeva utilizzare i punti coronati.

La percezione della durata nei suoni usati solo nell'ambito della musica è pressoché logaritmica.
Nelle melodie, però, suoni della durata di 1 secondo stancano l'organo di percezione, e per questo l'istinto ha suggerito di utilizzare in tali casi il vibrato.

Fig. 7 Figura 7

Risulta da ricerche statistiche sulla voce e sui violini che l'optimum del vibrato ha una frequenza di 6 o 7 battimenti per secondo benché sia in effetti una modulazione di frequenza.
Simili eventi sono interpretati come fluttuazioni d'intensità. Se la frequenza diviene di 12 al secondo, il vibrato si muta in tremolo, per nulla piacevole almeno per quanto riguarda la voce umana; se la frequenza scende a 4 al secondo, il vibrato, non meno spiacevolmente, dà l'impressione d'una variazione d'altezza.

In una serie di suoni musicali, pare che una buona media sia di 5 oggetti sonori al secondo, il che ha corrispondenza nel ritmo verbale, dove la media di 5 sillabe al secondo è apparsa come l'optimum nella trasmissione d'informazione. Se é vero che su queste basi coincidono le possibilità di ricezione dell'uomo, é allora possibile utilizzarla in musica, la quale aggiunge un parametro supplementare d'informazione nella sensibilità dell'orecchio alle frequenze.

L'apparizione nella musica di suoni di lunga durata comporta fluttuazioni in funzione della tecnica strumentale : ciò significa che la durata dei suoni è, nella musica, secondaria, quel che importa essendo la fluttuazione continua dei suoni, cioé la variazione delle frequenze (misurabile col metodo del peakclipping: si misurano i passaggi a zero della curva d'un evento sonoro [cfr. fig. 7] rendendo visibile ogni modificazione, altezza, dinamica, timbro e modulazione sistematica nel tempo).

S'è in tal modo trovata una sintesi delle funzioni di tutti gli elementi musicali, riprodotti in un'unica curva, l'oscillogramma, il quale contiene anche altre funzioni. A questo punto sorge una domanda : in qual modo il
periodogramma ", indicante le fluttuazioni di periodicità, impressiona i centri nervosi superiori si da elaborarne delle "forme " (Gestalten), che sono incorporate nella memoria e riconosciute in ripetizioni, trasposizioni, variazioni ecc.

Dobbiamo constatare che le misure ritmiche hanno la sola importanza di creare ordinamenti ritmici, fornendo un telaio a cui si sovrappone la forma. Nel campo microscopico siamo in presenza di aperiodicità, che sono probabilmente percepite secondo un processo analogo a quello utilizzato nel campo macroscopico della fluttuazione dei suoni.

g) L'evoluzione nella musica. La musica, intanto, é una continua evoluzione, non solo nello sviluppo orizzontale della melodia o in quello dell'armonia, ma anche nella stessa radice d'ogni suono come individuo e nella sua crescita. Il vero e proprio motore è dunque, al di fuori della frequenza e della dinamica, il fattore dello "sviluppo nel tempo " . La musica, similmente alla stessa vita, é un continuo stato di transizione ed è per questo che noi parliamo di " Ausgleichvorgangen ", imperfettamente tradotto come "transitori ".

Quando ci accostiamo alla nascita d'un suono apparentemente costante, abbiamo la sorpresa di constatare quali fenomeni transitori vi s'accompagnano, ad esempio il rumore che é l'inizio della vibrazione. Esiste, dallo stato di riposo a quello di movimento, una transizione irrazionale, come un turbamento recato all'equilibrio, sicché l'energia acustica, messa in moto, deve riportarsi a un nuovo stato d'equilibrio.

Dopo la seconda, terza e quarta vibrazione, il rumore si trasforma pian piano in suono, riconoscibile solo dalla sesta vibrazione. Questi transitori sono ugualmente delle specifiche qualità d'ogni suono. Essi rendono piú plastici e piú vicini i suoni gravi, mentre i suoni acuti sembrano piú lontani.
Il che ha dimostrato matematicamente von Békésy : l'esperienza dell'orchestra lo ha fatto praticamente, dacché il contatto con l'ascoltatore lo si ottiene mediante i bassi.

In tal modo le strutture sonore rivelano una serie di leggi che impongono limiti rigorosi ai suoni sinterici : ignorarle significa votare all'insuccesso molte composizioni sperimentali.


 
 



 
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