Le Onde Martenot
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Una delle principali caratteristiche delle Onde è la straordinaria portata del loro suono che si fa udire a grandissima distanza: ciò le rende particolarmente adatte alle manifestazioni musicali all'aperto.

Recentemente le Onde Martenot furono utilizzate per la musica di scena nei Persiani di Eschilo recitati alla Sorbona. Un grandioso spettacolo ebbe in seguito un magnifico successo, col concorso delle Onde, nel Teatro Romano di Orange. Le Onde hanno parimenti partecipato al " Vray Mystère de la Passion ", rappresentato sul sagrato di Notre - Dame a Parigi.

Il critico R. P. Doncoeur scriveva in proposito : " les Ondes Martenot ont montré avec quelle souplesse et puissance elles peuvent chanter en plein air et se méler au jeu théatral. Par un seul diffuseur placé dans la tour septentrionale de Notre - Dame, deux " Martenot v convraient jusqu'au delà de la Seine une surface sonore capable des nuances les plus subtiles et des accents nerveux et éclatants.

Le Onde Mertenot furono anche sincronizzate coi grandiosi giochi d'acqua e di luce che ebbero luogo su la Senna durante l'Esposizione di Parigi del 1937: le musiche ad hoc erano state espressamente composte da Florent Schmitt, Elsa Barraine, Raymond Loucheur, Marcel Delannoy, Paul Le Flem, Henry Barraud, Pierre Vellones, Charles Koechlin, Olivier Messiaen, M. P. Sauvageot.


Un apparecchio di onde Martenot

 
 

 
 


Alcune parole su la forma e il maneggio dell'apparecchio Martenot che, non più fragile di un qualunque altro strumento a fiato od a corda, non richiede cognizioni di meccanica o d'elettrotecnica da parte di chi Io suona. Il suo aspetto ricorda un piccolo clavicordo d'altri tempi, presentato in sagoma ,moderna. Meno ingombrante d'un pianino verticale (che d'altronde non è chiamato a sostituire, essendo dotato di tutt'altri caratteri fonici) il Martenot non contiene nè corde né nè ance, ma soltanto lampadine destinate a creare vibrazioni elettriche che, influenzate dai movimenti dell'esecutore, diventano acustiche acustiche per mezzo di un diffusore, e si espandono nello spazio con una purezza di suono incomparabile.

L'istrumento può essere suonato in tre modi: 1°, a distanza : 2°, alla tastiera finta ; 3°, alla tastiera effettiva.

Nel suonare a distanza, l'esecutore descrive con la mano destra movimenti nello spazio corrispondenti a quelli della linea melodica. Per mezzo di un filo leggiero, le minime inflessioni del gesto sono trasmesse all'instrumento, che le traduce ed esprime con la sua duttile voce.

Nel suonare alla tastera finta, l'esecutore siede davanti allo strumento e sposta l'indice della destra infilato in un anello, al di sopra d'una tastiera che serve solo di riferimento visivo.

Finalmente, il suonare alla tastiera effettiva dà la possibilità di suonare su tasti simili a quelli del pianoforte, con la differenza che essendo mobili in più direzioni, permettono di ottenere non solo suoni rigorosamente intonati, ma anche tutte le inflessioni espressive : vibrato, quarti di tono, portamenti ecc.

In tutti e tre i casi, la mano sinistra agisce a sua volta su un tasto speciale alo scopo di rendere con precisione tutte le sfumature dinamiche e coloristiche dell'arabesco sonoro : intensità del suono, varietà del timbro, diversità di emissione.

Per ora, il Martenot è uno strumento esclusivamente monodico. La tecnica ne è oltremodo semplice: ma, in ragione di questa semplicità, il pensiero musicale dell'esecutore vi si manifesta facilmente a nudo con tutte le sue debolezze.

Le qualità richieste all' esecutore sono sopra tutto : sensibilità tattile, muscolare e auditiva, congiunta a una estrema agilità di gesti. Affinamento del pensiero musicale, senso delle proporzioni, interpretazione.

Sono queste alcune delle istruzioni che trovansi impartite dal Metodo per l'insegnamento delle Onde Musicali (istrumento radio-elettrico Martenot), pubblicato dall'inventore stesso presso Alphonse Leduc, Rue St. Honoré, 175 - Parigi (52 pagg. in foglio), preceduto da una assai bella prefazione di Alfred Cortot. (Prezzo Fr. 92,50).

Non sarà superfluo aggiungere che, data l'agevolezza dello strumento, vi si possono ottenere, in tre o quattro mesi di studio, risultati corrispondenti a quelli raggiùngibili in circa tre anni di esercizio sul violino. Verrà probabilmente il giorno in cui fra i mobili d'ogni casa press'a poco civile sarà annoverato, oltre al solito pianoforte, anche un apparecchio d'Onde.


 
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