DALL'ANALOGICO AL DIGITALE

CONCLUSIONE

L'interesse per il suono e il nuovo significato attribuito a questo termine erano già caratteristiche della musica elettronica, nel cui ambito pero' la ricerca era rimasta entro il limite degli strumenti analogici.

Con la computer music, si viene affermando il concetto di comporre il suono. grazie alle possibilità offerte dalla sintesi digitale tramite computer, diventa possibile comporre il suono stesso, in base a regole arbitrarie che ogni musicista può mettere alla base del proprio programma compositivo.

Di seguito alla costruzione del suono vi e' un altro elemento molto importante: il timbro. già nel 1911 Arnold Schoenberg aveva scritto nella sua Harmonielehre (1) : "..., ma penso che il suono si manifesta per mezzo del timbro e che l'altezza e' una dimensione del timbro stesso.

Il timbro e' dunque il tutto, l'altezza una parte di questo tutto, o meglio l'altezza non e' che il timbro misurato in una sola direzione. ora se e' possibile produrre, servendosi di timbri diversi per altezza, dei disegni musicali che chiamiamo melodie, vale a dire successioni di suoni che con i loro rapporti determinano la sensazione di un discorso logico, deve anche essere possibile ricavare dai timbri dell'altra dimensione - da ciò che chiamiamo solo timbri - successioni che col loro rapporto generino una logica equivalente a quella che ci soddisfa nella melodia costituita dalle altezze".



Se nella cultura musicale tradizionale il timbro e' solo uno dei parametri del suono, espresso in termini di strumenti cui e' affidata una voce, nella nuova concezione il timbro diviene l'insieme di tutte le caratteristiche microstrutturali del suono, e l'altezza una dimensione del timbro stesso.

Il computer, con le sue caratteristiche di flessibilità e di assoluta arbitrarietà nella scelta e nell'esplorazione dei parametri del suono, e' il mezzo che più di ogni altro consente oggi di pensare all'operazione creativa nella sua eccezione più profonda e libera.

Nei centri di ricerca, il computer rappresenta il mezzo fondamentale da cui partire per lo svolgimento di nuove procedure compositive, e da cui ricavare nuove soluzioni d'ascolto.

1) SCHONBERG ARNOLD, HARMONIELEHRE, VIENNA, UNIVERSAL EDITION, 1922. TRADUZIONE ITALIANA: MANUALE D'ARMONIA, MILANO, IL SAGGIATORE, 1963, PP 528-529.



 

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