Nel
1964 Paolo Ketoff, dopo l'esperienza nella costruzione del Fonosynth
e nell'allestimento di un piccolo laboratorio di musica elettronica
presso l'Accademia Americana in Roma (con la collaborazione di Otto
Luening), mette a punto un apparato che, pur essendo concepito sulla
stessa idea del Fonosynth, risultava più flessibile per poter
essere usato in concerto come uno strumento tradizionale.
Il Synket
(SYNthesizer-KEToff) era formato da tre "combinatori di suono"
ciascuno dei quali comprendeva:
1 generatore
a onda quadra controllabile in frequenza
1 catena di divisori di frequenza a flip-flop che permette la
divisione della nota del generatore per 2, 4, 8 o per 3, 5
1 filtro selettivo anch'esso controllabile in frequenza su una banda
40 Hz - 20 KHz 1 controllo di ampiezza
3 modulatori controllati da un oscillatore a bassa frequenza: uno
di essi controlla la frequenza del generatore a onda quadra, un altro
la frequenza del filtro e il terzo l'ampiezza.
Il suono
prodotto dai tre combinatori poteva, a sua volta, essere modificato
con un filtro d'ottava e un modulatore triplo. Quest'ultimo
consentiva di combinare attacchi a campana, pizzicati e vibrato che
potevano essere fatti variare in velocità e intensità.
Il
Synket era corredato di tre piccole tastiere ciascuna
corrispondente a un modulatore e i cui tasti potevano essere pre-accordati
rendendolo adatto a eseguire musiche microtonali.
John
Eaton è stato il compositore che ha maggiormente utilizzato
questo strumento (anche in qualità di esecutore) sia per brani
esclusivi che in combinazione con altri strumenti tradizionali; fra
questi un concerto per Synket e orchestra.
|