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Anche in questo caso avendo a disposizione i terminali delle bobine potremo
collegarli in modo da ottenere più tipi di sonorità. Attenzione
all'acquisto: scegliete dei buoni pick-ups, costruiti con cura, possibilmente
schermati e trattati in modo che l'avvolgimento non dia luogo a vibrazioni, originando
in particolare un fastidiosissimo feedback non controllabile (avvolgi mento
affogato nella resina, per esempio!).
Preferite quei magneti a più conduttori di uscita per ovvie ragioni
di versatilità. Attenzione a non lasciarsi ingannare dalla potenza dichiarata
di un magnete: tante più spire ci sono in un avvolgimento (maggiore segnale
d'uscita) tanto maggiore è il calo di acuti (per una elementare legge di
elettronica). Ultimo consiglio è quello di fare bene attenzione
alla resistenza chimica dell'avvolgimento (dovrebbe essere normalmente dichiarata
nel foglietto di istruzioni che accompagna il pick-up): da essa dipende il valore
del potenziometro di volume da accoppiargli. Sottolineato il ruolo fondamentale
che giocano i componenti elettronici nella espressione della voce, del sound della
chitarra passiamo a considerare un aspetto altrettanto importante se non addirittura
fondamentale per la migliore riuscita dello strumento. Ci riferiamo
ai criteri costruttivi della nostra solid body o meglio ai legni. In molti credono
che le virtù di una chitarra elettrica siano racchiuse soltanto all'interno
dei magneti. Chi è rimasto ancorato a questa credenza farebbe bene a ricredersi.
Il calore o la freddezza di un determinato timbro emesso da certe chitarre
è indissolubilmente legato ai materiali con cui sono costruiti i loro corpi,
i manici e addirittura le tastiere. Perché queste differenziazioni?
Basti ricordare che come certi materiali conducono meglio o peggio la corrente
elettrica certi altri conducono meglio o peggio le vibrazioni sonore e questo
è appunto il caso dei legni utilizzati per costruire una chitarra.
Alcuni sono più duri, altri più morbidi, ma tutti in misura
differente concorrono a far suonare meglio o peggio la nostra chitarra.
E fondamentale, a questo proposito sottolineare l'importanza che riveste l'assemblaggio
del manico e del corpo secondo i criteri dell'avvitatura o dell'incollaggio.
Un manico incollato propone indubbiamente una risposta sonora migliore di
quella ottenuta avvitando semplicemente le due masse. Questo perché
le vibrazioni impresse dalle corde all'intera struttura, sono, nel caso di manico
incollato, più omogenee. Elenchiamo adesso i legni più
usati con le relative caratteristiche di densità, peso specifico e con
le indicazioni delle parti dello strumento che normalmente vengono costruite con
tali materiali.
ACERO Questo legno è generalmente usato
per la costruzione dei manici e anche dei corpi. Tra i tipi più usati,
quello europeo che offre garanzie di resistenza alla flessione, specialmente per
i manici. Il suo peso è di 640 Kg/m3. Discreto in lavorazione e buono nelle
giunzioni con colla. Bella la finitura. Tra gli altri il canadese. un po' più
pesante ma esteticamente molto bello. PALISSANDRO Usato quasi
esclusivamente per tastiere. La venatura varia molto da larga a stretta ma le
fibre sono quasi sempre dritte. Legno molto compatto ma anche elastico. Peso 848
Kg/m3. In lavorazione è abbastanza difficile però la finitura è
eccellente. EBANO Usato solo per tastiere e per qualche piccolo
accessorio. Molto pesante (1008 Kg/m3) quello africano e (1168 Kg/m3) quello asiatico.
E un legno molto duro che rende difficile la lavorazione e riduce l'affilatura
degli attrezzi. Discreto, per la poca porosità negli incollaggi. E' alla
finitura forse il più bello. FRASSINO Usato per la costruzione
dei body. La Fender ne ha fatto un largo uso negli anni '70. E un legno abbastanza
pesante (688 Kg/m3), con vena molto larga ed irregolare. E molto flessibile; in
lavorazione risulta poco pulito e per questo, anche se la finitura è molto
buona, può aver bisogno di qualche ritocco. MOGANO È
usato sia per i manici che per i corpi. I migliori sono il mogano khaya e l'honduras.
Il khaya è molto leggero (512 Kg/m3); molto buono negli incollaggi e stabile
quando è essiccato. Buona anche la finitura. L'honduras è molto
robusto ed abbastanza flessibile. Il peso è di 544 Kg/ m'. Risulta buono
nei collaggi ed eccellente nella finitura. ONTANO È forse
il meno pregiato fra tutti, ed è molto leggero, pesa solo 544 Kg/m3. Fu
usato molto dalla Fender fino alla fine degli anni '60. Risulta buono in lavorazione
e negli incollaggi. La finitura è discreta.
Una nota che ha più il sapore della curiosità che altro è
quella relativa alla stagionatura di questi legnami. In un passato
relativamente recente questi materiali venivano fatti stagionare naturalmente,
all'aria, in ambienti predisposti; oggi invece, l'incalzare delle esigenze produttive
spinge numerose case ad utilizzare una stagionatura artificiale.
Praticamente
il legno viene cotto al forno. Inoltre, e purtroppo, accanto a questi legni di
una certa qualità si trovano legni qualitativamente scadenti. Non poche
chitarre nascondono infatti, sotto una luminosa verniciatura, corpi in multistrato
o abete. Siamo così arrivati al passo decisivo. É il momento
di mettere piede dentro il negozio e scegliere. E ovvio che la scelta sarà
differente per ognuno, dettata, speriamo, da quanto detto finora e soprattutto
dalla disponibilità economica individuale. Dividendo il mercato in
tre fasce possiamo riassumere tre distinte offerte qualitative. La prima
fascia indubbiamente economica ha prezzi che oscillano tra le 400 e le 600 mila
lire. Questa è la più rischiosa in quanto affollata di strumenti
la cui validità è spesso discutibile. Per queste cifre
una solid body dovrebbe avere almeno il corpo in frassino o ontano, manico in
acero e tastiera in acero o palissandro, montare magneti della casa, una leva
vibrato tipo Fender ed avere delle rifiniture essenziali con meccaniche discrete.
Certo non si avrà una qualità
eccelsa ma si dovrà pretendere una regolazione del manico perfetta: un
suo difetto paralizzerebbe lo strumento a vita! La seconda fascia, quella
intermedia è quella che dovrebbe riassumere in maniera ottimale il rapporto
qualità/prezzo. Chitarre per le quali si possono spendere dalle
900 mila al 1 milione 400 mila lire. In questa fascia sono disponibili ottimi
strumenti, con corpi in acero o mogano, manici di ottima qualità avvitati,
e, in alcuni casi incollati, tastiere in ebano, leva tradizionale e non, meccaniche
affidabili, magneti di qualità, rifiniture normalmente buone e talvolta
di classe, assemblaggio solido e funzionale, sofisticati sistemi di regolazione
e in qualche caso elettronica attiva (un piccolo preamplificatore alimentato a
batteria incorporato nello strumento). La terza fascia, quella che si
colloca al vertice, può essere definita Top. Per uno strumento che appartenga
a questa élite si spende tranquillamente oltre il milione e mezzo.
Tuttavia attenzione a non comprare una chitarra affidandosi soltanto al nome
o alla reputazione della casa; controllare sempre, e, in particolar modo a questi
livelli, la assoluta perfezione di tutti i dettagli.
II manico deve assolutamente essere incollato, la tastiera dovrebbe essere in
ebano, le meccaniche sofisticate, le finiture di classe con binding, intarsi,
parti dorate e pick-ups di altissima qualità. Finora ci siamo
riferiti alla concezione classica della solid body. Tuttavia, per gli
amanti delle innovazioni tecnologiche, si deve aggiungere che a questa fascia
appartengono quei particolarissimi strumenti, di modernissima concezione e grande
affidabilità, la cui struttura monoblocco (manico e corpo) e pluriblocco
(manico e corpo intercambiabili) può essere in lega metallica particolare
o in fibra di carbonio. Per questi strumenti, progettati e realizzati
con criteri progettuali di assoluta avanguardia, il prezzo travalica spesso i
due milioni di lire. C'è da sottolineare, e non si finirà
mai di ripeterlo, che nonostante queste chitarre costino cifre assai ragguardevoli,
spesso arrivano al rivenditore fuori regolazione, costringendo l'acquirente ad
affidarsi alle cure di uno specialista prima che la chitarra acquisti realmente
tutta la sua potenzialità; visti i prezzi, va rivolta una critica ai costruttori
affinché curino finalmente queste regolazioni, prima di immettere lo strumento
sul mercato. A questo punto, riteniamo che siate diventati abbastanza
esperti per poter avvicinare con disinvoltura e chiarezza di idee i negozi e scegliere
il vostro strumento con sufficiente competenza. Provate comunque molti
modelli e ricordate che una chitarra da 500mila lire vi darà difficilmente
le prestazioni di una che costa tre volte di più. Comunque non
è sempre vero che chi più spende, meglio spende. Buona caccia, quindi,
e buona fortuna!
F. Di Filippo
Tratto da TUTTO SUGLI STRUMENTI MUSICALI settembre 1985
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